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HADITH DEL PROFETTA S.A.A.S. ALLAH S.T. HA DETTO: O Mie servi! Ho proibito a Me stesso l'oppressione e la proibisco tra di voi.Quindi non opprimetevi lun l'altro.
 
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 "Il Mawlid", La proibizione del festegiare la data di nascita del Profeta Muhammed s.a.a.s.

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"Il Mawlid", La proibizione del festegiare la data di nascita del Profeta Muhammed s.a.a.s. Empty
MessaggioTitolo: "Il Mawlid", La proibizione del festegiare la data di nascita del Profeta Muhammed s.a.a.s.   "Il Mawlid", La proibizione del festegiare la data di nascita del Profeta Muhammed s.a.a.s. Icon_minitimeGio Gen 16, 2014 10:23 am

"Il Mawlid", qualche appunto utile, col permesso di Dio.
13 gennaio 2014 alle ore 22.53

Lode sia ad Allah, Colui al quale appartiene ogni lode, e sia l'elogio e la preservazione al Profeta Muhammad, ed altrettanto alla sua Famiglia e ai suoi Compagni e a tutti coloro che li seguono con rettitudine sino al Giorno Ultimo.



Riporto per i miei cari fratelli e nobili sorelle qualche appunto a proposito della celebrazione della nascita del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi.

La nota è tratta essenzialmente e prevalentemente dal libro: "Baian Ahl Al Ittibaa'" del professor 'AbduLlah Shakir Al Junaidi, che Iddio lo ricompensi.



Ho detto essenzialmente e prevalentemente per due motivi:



- che non si pensi che sia tutta farina del mio sacco.

- in quanto non mi sono limitato ad una semplice e sistematica traduzione, bensì ho apportato qualche modifica, quindi aggiungendo e togliendo a seconda della necessità, aggiungendo ulteriori informazioni utili al lettore.



Ho tralasciato molte questioni, come non mi sono imbattutto nella discussione e nella risposta alle argomentazioni esposte da chi asserisce una possibile leicità, e ciò è dovuto alla lunghezza dell'argomento e alla mancanza di tempo.



Penso comunque, e spero, che queste righe possano bastare a chi desidera la Verità.



Ed ora la nota.



In nome di Allah il Misericordioso e Clemente.



Invero l'amore per il Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi, rappresenta una colonna portante tra i fondamenti e i pilastri della fede, e non si completa la fede di un servo senza che il Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi, sia per lui più amato di suo figlio, del suo genitore e di tutte le persone. Nei due autentici (Bukhari e Muslim) è stato riferito da Anas, che Iddio si compiaccia di lui, che il Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, disse:



«Non presterà fede l'uno di voi fintantoché non gli sarò più amato di suo figlio, del suo genitore e di tutte le persone».



L'amore nell'Islam, e in questo caso per il Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, è un opera del cuore di identità dottrinale, cui effetti e prove si manifestano nei comportamenti e nelle opere della persona, e tra questi segni vi sono il seguimento, l'ubbidienza e l'incammino sul sentiero che ha tracciato per chi desidera la guida e la Retta Via. L'ubbidienza del Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi, infatti, è la dimostrazione viva e sincera dell'amore per lui, pertanto più aumenta questo amore, più aumenta l'ubbidienza, perciò disse Iddio l'Altissimo:



{Dì (o Muhammad): "Se davvero amate Allah, allora seguitemi, poiché così vi amerà Allah} [Al 'Imraan, 31].



Dunque l'ubbidienza è frutto dell'amore. Sono stati tramandati innumerevoli detti profetici che esortano al suo seguimento, alla sua ubbidienza, all'applicazione della sua Condotta, all'osservanza dei suoi ordini e all'allontanamento dalle sue proibizioni, e tra questi, disse il Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi:



«Osservate la mia Condotta (Sunnah) e la condotta dei Califfi retti e ben guidati. Mantenetevi saldi ad essa e stringetela tra i molari (denti), e guai voi dalle innovazioni delle questioni, poiché ogni innovazione è eresia, ed ogni eresia è deviazione» [Ahmad, Abu Dauud, Al Tirmidhi, Ibn Majaah].



Alcuni però si sono scostati dalla guida del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, e hanno innovato nella religione di Dio ciò che non le appartiene, modificando, sostituendo ed esagerando nella concezione e nell'identità del vero amore nei suoi confronti, che Iddio lo elogi e lo preservi, fino a fuoriuscire dalla serietà di marcia sul retto cammino, a cui Iddio ha invitato i fedeli nel Suo detto:



{Invero questa è la Mia retta strada, quindi seguitela, e non seguite le vie, che poi vi discostano dalla Sua Via} [Al An'aam, 153].



Era molto attento il Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi, nel proteggere il puro monoteismo, e metteva in guardia in modo chiaro e deciso dall'esagerazione e dall'eccesso nei suoi confronti, e detti d'esempio a riguardo ce ne sono moltissimi, tra i quali:



Disse 'Umar bn Al Khattab, che Iddio si compiaccia di lui: «Ho sentito il Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi, dire: "Non eccedete nei miei confronti come hanno ecceduto i nazareni (cristiani) nei confronti del figlio di Maria!Invero sono un servo, quindi dite: "Servo di Allah e Suo messaggero"» [Al Bukhari].



Riferì Anas, che Iddio si compiaccia di lui, che un uomo disse: "O Muhammad! O nostro messere e figlio del nostro messere! Il migliore di noi e figlio del migliore di noi!". Allora disse il Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi:



«Dite pure il vostro detto, ma che non giunga ad impressionarvi il diavolo! Io sono Muhammad, figlio di 'AbduLlah, servo di Allah e Suo messaggero! Giuro che non amo che mi eleviate al di sopra del grado che Allah mi ha assegnato». [Ahmad].



Al pari di questi detti, ve ne sono molti altri e tutti indicano il fatto che l'amore del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, e la sua magnificenza, non si realizzano se non attraverso la guida che ha mostrato e reso per noi condotta, perciò disse, che Iddio lo elogi e lo preservi:



«Chi compie un'opera che non si basa sulla nostra questione, allora è respinta». [Muslim].



E tra i paradossi che richiamano alla riflessione, il comportamento di alcune persone che disubbidiscono al Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, notte e giorno, trascurando l'osservanza dei suoi ordini -per non parlare del disinteresse totale dell'osservanza della sua condotta- e nonostante tutto ciò, festeggia la sua nascita, e su questo usanza stringe alleanze e dichiara nemistanze, come se per l'ultimazione dell'amore non fosse richiesto altro che la vivificazione di questo giorno con gli elogi e le poesie, per poi compiere in seguito ciò che vuole!



Disse lo sheikh Muhammad Rashid Ridaa, che Iddio abbia di lui misericordia: "Chi segue la storia, sa che i fedeli con maggior amore e seguimento per il Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, sono quelli che hanno minor eccesso nei suoi confronti -soprattutto i suoi Compagni, che Iddio si compiaccia di loro, e chi è giunto in seguito nei secoli migliori; e che invece i più deboli in fede e con minor seguimento a lui, sono di maggior eccesso nel detto e innovazione nell'opera". [Sianat Al Insaan].



Sono trascorsi i primi tre secoli dopo al Hijra -migliori per testimonianza del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi- e parte del quarto, e nessun libro storico ci ha riportato che qualcuno dei Compagni, dei Seguaci, dei seguaci di quest'ultimi o di chi è giunto dopo di questi – loro che sono caratterizzati dell'amore più profondo per il Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, la maggior sapienza della sua Condotta e i più attenti al seguimento del suo esempio- avesse festeggiato la nascita del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi.



Vi è accordo tra i sapienti, anche tra chi ha giudicato possibile un eventuale festeggiamento definendone comunque dei limiti, sul fatto che i Pii predecessori non abbiano mai festeggiato, e ciò in se è una prova contro chi è stato di manica più larga, difatti il loro abbandono non può essere che causato dal fatto che quest'operato non contenga alcun bene. Dire diversamente, implica necessariamente uno scredito nei loro riguardi ed equivale altresì ad affermare che chi è giunto dopo sia migliore di loro, e ciò è improbabile, in quanto è risaputo che sono le persone più complete in ogni qualità e di maggior osservanza.



Da un altro lato, il Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, l'ha tralasciato, e l'abbandono di qualcosa da parte sua, che Iddio lo elogi e lo preservi, in presenza dei fattori che ne consentirebbero la realizzazione e in assenza degli ostacoli che potrebbero impedirne la realizzazione, rappresenta una Sunnah, proprio come la sua azione. Pertanto chi predilige mettere in atto ciò che ha abbandonato il Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, è come chi predilige abbandonare ciò che ha messo in atto, e in ciò non vi è differenza alcuna. [Vedi: "Al Qaul Al Fasl"].



E che non si venga a chiedere quale sia la prova che il Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi, e i suoi Compagni, che Iddio si compiaccia di loro, non abbiano festeggiato la sua nascita, poiché se fosse stato, ci sarebbe stato riferito, e la dimostrazione sarebbe stata quindi più accreditata, ma invece, tra le prove che evidenziano che i Pii predecessori non abbiano festeggiato la nascita profetica, vi è la loro discordia nel definire il giorno stesso in cui è nato.



Non vi è discordia infatti sulla data della sua morte, che Iddio lo elogi e lo preservi, a differenza di quella di nascita, e fa molto dubitare il motivo per il quale i primi che innovarono questa celebrazione non abbiano scelto tra le varie date in oggetto, se non il dodici del mese Rabi' Al Aula, dato che rappresenta proprio il giorno in cui è morto 63 anni dopo. Quindi festeggiare il dodicesimo giorno significa festeggiare con certezza la data della sua morte, con qualche probabilità di festeggiamento della data della sua nascita.



I primi che hanno festeggiato la nascita del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, sono stati gli 'Abiditi, una setta sciita, famosa col nome di "Fatimiti" poichè hanno rivendicato con menzogna una presunta discendenza profetica. Hanno istituito il loro Stato in Tunisia nel 297 dopo al hijra e si sono trasferiti in Egitto nel 362 dopo al hijra, arrivando poi a controllare buona parte del mondo islamico.



Disse Taqii Al Diin Al Maqrizi, che Iddio abbia di lui misericordia: "I califfi Fatìmidi avevano festività e stagioni in tutto l'arco annuale: l'evento del capodanno e di inizio anno, il giorno di 'Ashuraà, la nascita del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, la nascita di 'Ali bn Abi Talib, che Iddio si compiaccia di lui, la nascita di Al Hassan, la nascita del Hussein, la nascita di Fatima Al Zahraà, che Iddio si compiaccia di loro, la nascita del califfo Al Hadir, la notte del primo di Rajab (il settimo mese lunare) e altrettanto la notte della sua metà; , la notte del primo di Sha'baan (l'ottavo mese lunare) e altrettanto la notte della sua metà...".



E questa è una testimonianza palese e chiara da parte di Al Maqrizi - che è tra coloro che hanno confermato la loro presunta discendenza dal figlio di 'Ali bn Abi Talib, che Iddio si compiaccia di lui,- che gli 'Abiditi sono la causa di questa calamità che è calata sui musulmani, e che sono stati loro che hanno spalancato la porta dei festeggiamenti innovati, fintantoché giunsero a festeggiare le festività dei magi (majus) e i cristiani come il Newroz, l'Epifania, il Natale, il "giovedì delle lenticchie", e questo è un evidente prova della loro lontananza dall'Islam, e della loro lotta contro di esso, nonostante non abbiano reso ciò pubblicamente.



È prova altrettanto del fatto che la loro vivificazione dei sei compleanni ricordati, compreso quello profetico, non fu causata dall'amore verso di lui, che Iddio lo elogi e lo preservi, o verso la sua famiglia –che Iddio si compiaccia di loro- come hanno asserito e come palesarono dinnanzi alle masse e alle persone ingenue, bensì il loro unico scopo fu la diffusione della loro dottrina ismailita e delle loro credenze distorte tra la gente e l'allontanamento di quest'ultimi dalla giusta religione e dal credo giusto, ai quali si aggiungono scopi politici, come noterai fra qualche riga. Quindi hanno ideato questi festeggiamenti innovati e hanno ordinato alla gente di vivificarli, incoraggiandoli in questa direzione, spendendo somme eccezionali per questa causa.



Disse Al Qalqashandi parlando delle sedute dei califfi Fatìmidi: "La terza seduta è quella che teneva in occasione della nascita del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, nel dodicesimo giorno del mese di Rabi' Al Aual, ed era loro abitudine far preparare presso la sede di Dar Al Fitrah, venti quintali di zucchero estremamente dolce di vario tipo, e venivano riempiti trecento vassoi di rame, così quando giungeva la notte di questo "natale" venivano distribuite ai detentori di autorità come la massima carica della magistratura, di richiamo e di lettura della "hadrah" [...]".



Ha esplicitato a riguardo Hassan Al Sandubi, nel suo libro "Storia del festeggiamento della nascita profetica", dicendo: "La ricerca, l'esplorazione, l'investigazione e l'indagine mi hanno dimostrato che i fatimiti sono stati i primi che hanno ideato il festeggiamento del ricordo del nobile natale profetico, rendendolo tra le festività pubbliche in ciascuna delle nazioni islamiche, come hanno innovato altre festività ricorrenti, che furono quindi considerate tra i propri raduni, indirizzando altrettanto molto del proprio interesse circa la vivificazione dei raduni e delle festività pre-islamiche".



Disse lo sheikh Muhammad bn Bakhit Al Muti'i, ex-Mufti delle dimore egiziane: "Tra le questioni innovate e a proposito delle quale sono aumentate le domande, vi sono i Maualid (plurale di Maulid, cioè natali. Il fatto non è limitato infatti alla nascita profetica, ma vi sono quelli che festeggiano giorno dopo giorno il Sidi Tale, Caio e Sempronio, proprio come fanno i cristiani che assegnano ad ogni giorno un onomastico in onore di persone considerate sante), quindi diciamo che: i primi che l'hanno innovato al Cairo furono i califfi Fatìmidi, e il primo di loro fu Al Mu'iz lidiniLlah" [Ahsan Al kalam].



E lo scopo nell'innovare il festeggiamento del natale profetico fu il bisogno di attrarre i cuori delle masse verso il nuovo Stato fatimita formatosi in Egitto, come è stato accertato da più ricercatori. Disse Al Sandubi: "Quando si stabilì il suo governo –cioè quello del fu Al Mu'iz lidiniLlah- si mise a ricercare i mezzi per conquistare i cuori, possedere le anime e stimolare i sentimenti, affinché la nazione egiziana dia il consenso a questo nuovo governo e si compiaccia della sua politica nell'amministrazione dello stato. Pertanto, data l'inclinazione (aggiungerei "particolare" poiché tutta la Gente della Sunnah amano la famiglia del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi) generale dei vari ceti della nazione egiziana circa l'amore per la famiglia del Messaggero, che Iddio lo elogi e lo preservi... Al Mu'iz lidiniLlah valutò che tra i mezzi più efficaci per raggiungere i propri interessi....vi era l'istituzione di festeggiamenti e festività globali, con date ricorrenti, e la prima di queste, la più nobile e la migliore, il festeggiamento in corrispondenza del nobile natale profetico".



A fianco di questi eventi e ricorrenze religiose, i califfi Fatìmidi partecipavano altrettanto alle festività di altre religioni che venivano celebrate, come il Natale dei cristiani d'Egitto ed altro, per lo stesso fine, cioè per godere del compiacimento della gente dei vari credi presenti in quelle terre. Disse Hassan Ibrahim: "I fatimiti prendevano le festività come mezzo per attirare i cittadini verso di sè, perciò partecipò Al Mu'iz, coi copti, alla celebrazione del Natale e altro ancora".



A questo punto diciamo che l'innovazione del natale profetico da parte dei califfi Fatìmidi era per un fine essenzialmente politico, e che non aveva nulla a che fare con motivazioni religiose.



Cosa dissero i Sapienti a proposito dei 'Ubaiditi fatimiti?



La maggior parte dei sapienti li hanno considerati espressamente infedeli, non musulmani, e tra questi Abu Hamid Al Ghazali, Al Dhahabi, Ibn Taimiah, Ibn Kathir, Ibn Hajar, Al Siuti ed altri.



La maggior parte dei sapienti hanno altrettanto negato la loro discendenza presunta.



Che Iddio ci apparti ogni forma di innovazione e ci permetta di raggiungere il Suo pieno amore, e quindi quello del Suo Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, tramite ciò che accetta e di cui Si compiace.



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