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HADITH DEL PROFETTA S.A.A.S. ALLAH S.T. HA DETTO: O Mie servi! Ho proibito a Me stesso l'oppressione e la proibisco tra di voi.Quindi non opprimetevi lun l'altro.
 
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 Lettera a mio figlio (di Ibn Qayim Al Jawzi)

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MessaggioTitolo: Lettera a mio figlio (di Ibn Qayim Al Jawzi)   Lettera a mio figlio (di Ibn Qayim Al Jawzi) Icon_minitimeLun Nov 05, 2012 7:30 pm


Lettera a mio figlio.
di Ibn al-Jawzî
(che Allah l'Altissimo abbia Misericordia di lui!).

Sappi, figlio mio, possa Allah (SWT) assisterti, che l'essere umano non può discernere le cose per mezzo della ragione, se non quando si conforma alle esigenze di quest'ultima. Fai dunque appello alla tua ragione, rifletti bene e stai attento. Saprai con sicurezza che sei stato creato e caricato di responsa
bilità, e che dei doveri ti incombono.
Sappi anche che due angeli (che la pace sia su di loro) scrivono ogni tua parola e tuo sguardo. I passi che ti conducono al termine della vita sono contati. Il tuo soggiorno in questo mondo è breve. La detenzione nella tomba è lunga, e il castigo sarà terribile per aver dato la precedenza alle passioni. Dov'è il piacere di ieri? E' scomparso, non lasciando che rimpianto. Dov'è questo desiderio dell'essere? Gli curva la schiena e fa incespicare i suoi passi.
Non è felice se non colui che ha saputo far fronte alle sue passioni. Non è infelice se non colui che ha dato la sua preferenza a questo basso mondo. Considera ciò che è avvenuto dei re e degli asceti (zuhâd). Dove sono i piaceri degli uni e le pene degli altri? Non resta altro che un piacevole ricordo di gente virtuosa e dei propositi sgradevoli sui ribelli. E' come se colui che si è saziato non si fosse mai realmente saziato, e colui che ha avuto fame non avesse mai veramente conosciuto la fame.
Non vi è nulla di peggio della negligenza degli atti meritori (fazâ'il). L'amore per lo svago ingenera un rimpianto ben più grande di tutte le delizie. Stai attento e sappi che il compimento dei doveri religiosi (farâ'id) e il fatto di evitare ciò che è proibito sono obblighi. Ma se tu oltrepassi (i limiti del proibito), sarà il fuoco (dell'Inferno).
Apprendi anche che gli atti meritori sono lo scopo ricercato da ogni essere zelante. Questi atti differiscono tra loro. Per alcuni, sono la rinuncia ai beni di questo mondo, per gli altri, è una devozione. In realtà, gli atti meritori non sono portati a termine se non mediante l'associazione della conoscenza e dell'applicazione (al-'ilm wa-l-'amal).
Una volta acquisita, tale associazione porta il suo autore verso la reale conoscenza del Creatore (a Lui la Purezza). Questa ingenera nell'essere l'amore e l'affetto per Allah (SWT). Ecco dunque lo scopo ricercato. La determinazione è relativa a ciascun essere, non sempre si ottiene ciò a cui si aspira e non sempre si trova ciò che si stava cercando. Tuttavia, è dovere di ognuno quello di fare lo sforzo. Ognuno di noi è diretto verso il suo destino. E Allah è il Migliore dei Sostenitori.
La prima cosa che conviene studiare, è la conoscenza di Allah (SWT). Certamente colui che vede il cielo elevato, la terra abbassata, che contempla le costruzioni ben sistemate, in particolare il suo proprio corpo, si rende conto che vi è necessariamente, per ogni opera, un autore, e per ogni edificio un edificatore.
Poi, deve esaminare le prove della veridicità del Messaggero di Allah (s). La più importante di tutte, è il Corano, dinanzi a cui nessuno è mai riuscito a proporre qualcosa di equivalente.
Quando questi è convinto dell'esistenza del Creatore (SWT), della veridicità del Messaggero (s), non gli resta che sottomettersi alla legislazione istituita. Tuttavia, se non lo fa, ciò testimonia della fragilità della sua fede.
Gli occorre poi acquisire la conoscenza delle prescrizioni (farâ'id), quali le abluzioni, la preghiera, la zakât - se egli possiede dei beni -, il pellegrinaggio e tutti i doveri religiosi.
Quando avrà, così, compreso il valore di questi doveri e li avrà applicati, conviene a colui che possieda una tale inclinazione di spirito di rivolgersi verso gli atti meritori (fadâ'il).
Deve in primo luogo applicarsi per memorizzare il Sublime Corano, per studiare il suo Tafsîr (Commentario); poi per studiare gli hadîth del Messaggero di Allah (s), la sua vita (Sirah), quella dei Sahaba (r) e dei Sapienti venuti dopo di loro. Si procede dal rango più elevato verso il più basso, e così di seguito…
Occorre assolutamente che acquisisca, secondo il bisogno, una certa conoscenza della grammatica (nahw), così come una padronanza di una parte della lingua araba (lugha), ma anche della giurisprudenza (fiqh), della predicazione, con tutte le sottigliezze e i vantaggi che esse offrono.
Ho elencato, di seguito in questa lettera e in altri scritti, alcune opere che, per grazia di Allah (SWT), ti dispensano da tutte le opere scritte dagli antichi. Ti ho dispensato da tutte le ricerche di opere e da ogni sforzo di scrittura. Non consacrerai i tuoi sforzi se non per queste opere.
Ho appreso con sicurezza che l'ardore nasce insieme all'essere umano. Tuttavia, alcuni ardori sono trascurati. Quando sono stimolati, predominano.
Quando scorgi in te una certa debolezza, invoca il Benefattore (SWT); quando ti senti in uno stato di pigrizia, rifugiati presso Colui che assiste. Non puoi trar profitto se non essendoGli sottomesso. Nessun beneficio può sfuggirti se non è per ribellione. In quanto al servo che si rivolge al suo Signore, pensi forse che non potrà acquisire quanto desidera? E colui che, per disobbedienza, si allontana da Allah (SWT), pensi forse che possa compiere ciò che progetta?
Figlio mio, riconsidera te stesso alla luce delle Leggi Divine e giudica come vegli a non trasgredirle, poiché colui che ha rispetto sarà stimato, mentre il negligente sarà abbandonato.
Ti racconterò alcuni aneddoti che mi riguardano, può darsi che vi scorgerai un esempio di perseveranza, o invocherai per me Colui che accorda la riuscita.
Una gran parte dei favori di cui godo non è dovuta ad una semplice acquisizione personale, ma ad un dono del Signore. Mi ricordo che, quando ero ancora un bambino, avevo circa sei anni, possedendo una grande inclinazione di spirito, frequentavo già la scuola coranica. Mi è stata donata un'intelligenza eccezionale dalla mia più tenera età, che si sviluppò con l'andare del tempo. Mi ricordo di non aver mai giocato per strada con gli altri bambini, né di aver riso di una risata senza ritegno. Fino al giorno in cui, verso i sette anni, ho cominciato a frequentare il cortile della moschea, poiché ciò che mi attirava non erano i giocolieri, ma piuttosto il Sapiente in materia di hadîth, che teneva lunghi discorsi. In quanto a me, memorizzavo il suo insegnamento, che mettevo per iscritto quando tornavo a casa.
Ho anche avuto la fortuna di conoscere Shaykh Abûl-Fadl, che mi accompagnò a trovare i Sapienti. Ho potuto assistere alla lettura pubblica del Musnad, così come di altre opere importanti, senza veramente sapere cosa ci si attendesse da me. Egli vegliò alla mia assiduità alle letture, fino all'adolescenza. Rimasi legato a Shaykh Abû-l-Fadl fino alla sua morte. E' con lui che ho potuto acquisire la scienza degli hadîth e della sua trasmissione.
A quel tempo, i bambini andavano a passeggiare lungo il fiume Tigri, e salivano sul ponte per contemplare il paesaggio. Allora non ero che un bambino. Mi univo agli studiosi rimanendo discreto. Mi consacravo agli studi. Fui in seguito ispirato all'ascetismo, digiunavo continuamente, e le mie abitudini quotidiane erano moderate. Finii per amare le riunioni di studio. Non mi accontentavo di una sola materia; studiavo sia giurisprudenza, sia predicazione, sia ahadîth, e in più mi riunivo agli asceti. In seguito, studiai la lingua araba. Né l'anacoreta, né il predicatore o altri potevano tenere un discorso senza che io fossi presente ad assistere. Selezionavo gli atti meritori.
Quando due possibilità mi si presentavano, mi rimettevo al più Giusto dei Giudici, Allah (SWT). Egli (SWT) mi ha accordato una certa abilità e una buona educazione, mi ha sempre diretto verso ciò che era meglio per me e mi ha protetto da ogni nemico, ogni invidioso, e tutti coloro che avrebbero potuto cercare di ingannarmi. Mi ha ugualmente predisposto allo studio della scienza, e mi faceva pervenire del denaro da dove non me ne attendevo. Mi ha dotato di una facoltà di giudizio, di una memorizzazione rapida e di una buona redazione.
Non mi trovai mai nel bisogno per ciò che riguarda i beni materiali; al contrario, il Signore me ne procurava in quantità più che sufficiente. Predispose il cuore della gente ad accettarmi e permise alle mie parole di raggiungere i loro cuori, senza che mai dubitassero della loro veridicità. Grazie a Lui, ho potuto convertire circa duecento persone appartenenti alla gente del Libro (Ahl adh-Dhimma). Si racconta che più di centomila persone si siano pentite durante le assemblee che tenevo. Queste assemblee furono circa ventimila.
Andavo alla ricerca dei Sapienti per lo studio degli ahadîth, non ne dimenticai nessuno, rimarrei senza fiato se volessi enumerarli, in ragione del loro grande numero. Mi accadeva di alzarmi al mattino senza avere di che mangiare e la sera di andare a letto senza inghiottire nulla. Allah (SWT), tuttavia, non mi ha mai abbassato così tanto da dover andare a chiedere l'elemosina alla gente, al contrario, per preservare la mia dignità, Egli (SWT) provvedeva alla mia sussistenza.
Se dovessi raccontare in dettaglio la mia vita, ciò risulterebbe troppo lungo. Ed eccomi qua, guarda dove tutto ciò ha potuto condurmi, che si riassume in una frase, ossia le parole di Allah l'Altissimo:
Temete Allah, è Allah che vi insegna… Corano II. Al-Baqara, 282.

Corano IV. An-Nisâ'.
11. Ecco quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due femmine. Se ci sono solo femmine e sono più di due, a loro [spettano] i due terzi dell'eredità, e se è una figlia sola, [ha diritto al] la metà. Ai genitori [del defunto] tocca un sesto, se [egli] ha lasciato un figlio. Se non ci sono figli e i genitori [sono gli unici] eredi, alla madre tocca un terzo. Se ci sono fratelli, la madre avrà un sesto dopo [l'esecuzione de]i legati e [il pagamento de]i debiti. Voi non sapete, se sono i vostri ascendenti o i vostri discendenti, ad esservi di maggior beneficio. Questo è il decreto di Allah. In verità Allah è saggio, sapiente.
Figlio mio, stai bene attento a te stesso e rimpiangi il passato. Mentre sei ancora in tempo, lavora per raggiungere le persone a modo. Forma te stesso mentre sei ancora giovane.5 Ricordati di tutte queste ore perdute inutilmente e che ti servano di lezione. Queste ore che hai passato compiacendoti nella pigrizia, tralasciando diversi atti di pietà. I nostri pii antenati (Salaf) amavano accumulare gli atti di pietà. Piangevano quando uno solo di essi sfuggiva loro.
Ibrahim ibn Adham disse: «Andammo a rendere visita a un malato, questi fissava i suoi piedi e piangeva. Gli chiedemmo: "Perché piangi?". Rispose: "I miei piedi non hanno sollevato la polvere sulla Via di Allah". Un'altra persona piangeva, allora le chiedemmo: "Perché piangi?". Rispose: "Piango per non aver digiunato il giorno che è appena trascorso, e per la notte che se n'è andata senza aver compiuto una sola preghiera"».
Sappi, figlio mio, che i giorni si riducono ad ore e le ore al tempo di un soffio, ed ogni respiro è una ricchezza. Per ciascun essere, vi è un deposito, dunque stai attento a non lasciare questo mondo senza aver combinato nulla. Ti accorgerai, il Giorno del Giudizio, che il deposito è vuoto, e allora lo rimpiangerai.
Un uomo disse a 'Âmir Ibn 'Abd Qays: "Alzati, perché possa parlarti". Egli rispose: "Trattieni il sole".
Della gente sedeva presso Ma'rûf al-Karqiyyu, ed egli chiese loro: "Vorreste che mi fermassi, mentre l'Angelo che fa ruotare il sole non si ferma mai?"
Secondo un hadîth: «Colui che dice: "Lode e GloriGloria ad Allah" (Subhâna Allah al-Azîm wabiHamdiHi), otterrà una palma da dattero in Paradiso».
Guarda colui che perde tempo, quante palme da dattero gli sono sfuggite. I pii antenati (Salaf) approfittavano di ogni istante. Kahmas completava tre volte la lettura del Corano in un giorno e una notte. Quaranta uomini, tra i Salaf, compivano la preghiera del Fajr con le abluzioni della sera precedente.
Râbia non dormiva la notte, e al mattino si distendeva per riposare un istante, poi si alzava bruscamente dicendo: "Nella tomba, il sonno sarà già abbastanza lungo".
A colui che avesse potuto riflettere sulla vita di quaggiù, anche prima di trovarcisi, essa gli sarebbe apparsa molto lunga. Quando ci penserà, dopo averla lasciata, essa gli sembrerà molto breve, e il soggiorno nella tomba molto lungo. Quando penserà al Giorno del Giudizio, saprà che la sua durata sarà di cinquantamila anni, e se mediterà sul soggiorno in Paradiso o all'Inferno, saprà che non vi sarà mai fine. Tuttavia, se esamina la durata della vita che gli è impartita in questo mondo - diciamo che ci vengono concessi circa sessant'anni - si accorgerà di aver consacrato trent'anni di essa al sonno, quindici anni all'infanzia, e se fai il conto di ciò che resta, ti renderai conto che una gran parte è consacrata alle passioni, a mangiare e alla ricerca dei beni materiali. Quando se ne estragga ciò che viene consacrato all'Aldilà, ci si accorge che una parte delle proprie azioni non è altro che ipocrisia e incoscienza. Dunque, con cosa acquisterai la Vita Eterna? Quando sai che sono queste ore che pagano il prezzo (per ottenerla).
Tutta questa negligenza passata non ti procurerà alcun bene. Un buon numero di persone hanno avuto un ritorno di coscienza dopo un periodo di incoscienza e di inattività. Shaykh Abû al-Hâkim mi raccontò ciò che il giudice dei giudici, Abû al-Hasan Ad-Damghânî, gli disse: «Durante la giovinezza, ero occupato a non fare nulla, non essendo interessato allo studio della scienza, quando ecco che Abû 'Ubayd mi fece venire e mi disse: "Figlio mio, non sarò sempre a tua disposizione. Dunque prendi questi venti dinari, apri un panificio e sovvieni ai tuoi bisogni". Gli risposi: "Perché queste parole?". Aggiunse: "Apri una drogheria". Gli chiesi: "Fare questo, quando sono il figlio del giudice dei giudici?". Rispose: "Vedo che non ami la scienza (religiosa)". Gli chiesi: "Fammi subito una lezione". Fu ciò che fece. Finii dunque per riprendere lo studio delle scienze. Mi raccontò che, dal momento in cui riprese gli studi, Allah (SWT) gli aprì le porte dell' ilm (Conoscenza) finché divenne ciò che è ora».
Qualche parente di Abû Muhammad al-Hulwânî mi raccontò che quest'ultimo disse: «Mio padre morì quando avevo ventuno anni. Ero completamente inattivo. Mi resi un giorno presso i locatari della casa che avevo ereditato per riscuotere l'affitto. Improvvisamente, li intesi mormorare: "Ecco l'esattore!". Dissi a me stesso: "E' questa l'opinione che la gente ha di me?". Mi recai a casa di mia madre per dirle: "D'ora in avanti, se mi cerchi, rivolgiti alla moschea di Shaykh al-Khattâb". Da quel momento, non l'ho mai lasciata fino al giorno in cui ottenni la funzione di giudice, che esercitai per un certo periodo». Io stesso lo sentii pronunciare delle fatawa, soprintendere e redigere.
Figlio mio, occorre che tu sia vigilante fin dall'alba, evitando ogni discussione sulle cose di quaggiù. A quest'ora del giorno, i Salaf non discutevano mai su questo argomento. In tale circostanza, pronuncia l'invocazione seguente: "Lode ad Allah (SWT) Che ci ha fatto vivere dopo averci fatto morire ed è verso di Lui che si farà ritorno. Lode a Colui che trattiene il cielo affinché non cada sulla terra se non con il Suo permesso. Certamente Allah è Buono e Misericordioso con gli esseri». Poi, compi le tue abluzioni e la preghiera dell'alba (di Sunnah)7; poi, in tutta umiltà, recati alla moschea e durante il tragitto recita: "Mio Dio,Ti invoco secondo il diritto accordato a tutti coloro che Ti invocano, e durante questo tragitto che mi conduce a Te. Non esco col male dentro di me, né con arroganza, né con ipocrisia o con l'intenzione di acquisire una reputazione. Esco temendo la Tua collera e ricercando la Tua soddisfazione. Ti chiedo di preservarmi dal Fuoco e di perdonarmi i miei peccati, Tu sei il solo a perdonare i peccati".
Poi, raggiungi l'Imâm e siediti alla sua destra (per compiere la preghiera in comune) e quando avrai finito, pronuncia dieci volte: "Non vi è altra divinità al di fuori di Allah solo, non ha associati. Egli possiede la creazione, a Lui le Lodi. Egli è Onnipotente (Lâ ilâhâ illâ Allâh, Wahdahu, lâ sharîka laHu. LaHu-l-Mulku, wa laHu-l-Hamdu, waHuwa 'ala kulli shayyin Qadîr)". Poi di' dieci volte: "Subhâna Allah, alhamdulillah, Allahu Akbar". Poi, recita Ayatu-l-Kursî (il Versetto del Trono). Poi, domanda ad Allah (SWT) di accettare la tua preghiera e se ciò ti è possibile siediti e invoca il tuo Signore, e ciò fino al levare del sole. Non ti resterà altro che compiere una preghiera supererogatoria di otto rakaat 11 e ritirarti.
Consacrati poi alle scienze che ti sono accessibili.
La più importante è il perfezionamento del(la recitazione del) Corano, poi la giurisprudenza. Quando il sole è già elevato all'orizzonte, compi otto raka'at e rimettiti a leggere fino alla preghiera del pomeriggio ('asr).
Poi, ritorna ai tuoi studi fino al tramonto (maghrib). Compi due raka'at dopo il maghrib, durante le quali reciterai due parti (juz') del Corano. Quando avrai compiuto la preghiera della sera, ripassa le tue lezioni!
Poi, mettiti a letto stendendoti sul lato destro; recita il tasbîhe il tahmîd trentatre volte, e il takbîr trentaquattro volte. Poi recita l'invocazione seguente: "Signore, preservami dal Fuoco il Giorno in cui riunirai i Tuoi servi".
Ad un certo punto della notte, alzati e compi due raka'at e torna a studiare la tua lezione di 'ilm, perché l' 'ilm è meglio di tutte le preghiere supererogatorie.
Occorre che tu conduca una vita ritirata, poiché è la fonte di ogni bene. Devi consacrarti, in tali circostanze, ai libri e allo studio della vita delle persone pie. Non devi accostarti ad una scienza senza aver preliminarmente padroneggiato quella che la precede. Interessati alla gente che possiede la scienza e che la applica. Non accordare alcuna considerazione agli esseri vili e spregevoli.
Sappi che la scienza eleva la gente di bassa condizione verso la nobiltà. Un buon numero di sapienti non possiede né un lignaggio che possa essere menzionato, né un bell'aspetto fisico. Il Califfo Sulayman Ibn 'AbdulMalik si presentò, in compagnia dei suoi due figli, a 'Ata' Ibn Abî Rabah, che era un negro. Poltriva circospetto. Si misero ad interrogarlo a proposito dei riti, ed egli rispose senza guardarli in faccia. Sulayman disse ai suoi due figli: "Andiamo, non si deve rinunciare alla scienza. Non possiamo conoscere l'umiliazione in presenza di questo schiavo nero".
Al-Hassan, Ibn Sirîn, Makhûl e tanti altri erano schiavi affrancati. Tuttavia, sono divenuti nobili grazie alla scienza e alla pietà.

Abû Dâwûd, Ibn Majah e Ibn Habban riportarono che il Messaggero di Allah (s) disse: «Allah e i Suoi Angeli benedicono coloro che pregano dalla parte destra dei ranghi»
Sforzati, figlio mio, di preservare il tuo onore non soccombendo ai beni terrestri, e non lasciarti avvilire dalla vita mondana. Accontentati di poco e conserverai la tua dignità. Colui che si accontenta di pane e legumi non può essere asservito.
Un giorno, un contadino attraversò Basra e chiese: "Chi comanda questa città?". Gli risposero: "Al-Hassan (al-Basrî)". Il contadino domandò: "Che cosa gli ha permesso di pervenire al comando dei suoi abitanti?". Gli risposero: "E' perché egli disdegnava il loro mondo materiale, ed essi non potevano competere con la sua scienza".
Sappi, figlio mio, che tuo padre aveva un parente ricco a cui era stata lasciata in eredità una grande fortuna. Tuo padre fu preso in custodia da lui fino alla pubertà. Ma, successivamente, non ebbe in eredità che due case. Occupò l'una delle due e affittò l'altra. Poi, donò venti dinari, ma dopo aver acquistato un certo numero di opere di scienza (religiosa). Finì per vendere le sue due case per finanziarsi gli studi, fino al giorno in cui non gli rimase più nulla. Non si umiliò a cercare la sussistenza, come fu il caso di altri. Non percorse nemmeno le contrade come gli altri predicatori, e nessuna grande città ha potuto notare la sua stupidità nel chiedere la carità. Agì con rettitudine.
…A chi teme Allah, Egli apre una via d'uscita e gli concede provvidenze da dove non ne attendeva… Corano LXV. At-Talâq, 2-3.
Figlio mio, è aumentando la pietà che conoscerai la prosperità. Un essere pio non cerca di farsi notare, non si espone a ciò che può nuocere alla sua religione. Colui che veglia a non trasgredire le Leggi di Allah (SWT) sarà preservato. Il Profeta (s) disse a Ibn Abbas (r): «Non trascurare (le leggi di) Allah ed Egli non ti trascurerà; non trascurare Allah e Lo troverai dinanzi a te».
Sappi, figlio mio, che Yûnus (Giona, su di lui la pace) aveva una riserva di atti di pietà, ciò che gli permise di evitare la prigionia all'interno della balena. Allah (SWT) dice:
Se non fosse stato uno di coloro che glorificano Allah, sarebbe rimasto nel suo ventre fino al Giorno della Resurrezione Corano XXXVII. As-Sâffât, 143-144
Siccome Faraone non aveva alcuna riserva di atti virtuosi, non poté trovare soccorso nella sua agonia. Allah (SWT) gli rispose:
"Ora ti penti, quando prima hai disobbedito ed eri uno dei corruttori?" Corano X. Yûnus, 91
Costituisciti, figlio mio, per mezzo della pietà, una riserva di buone azioni; ti saranno utili più tardi.
Viene riportato in un hadîth: «Non vi è un solo essere che tema Allah in gioventù senza che sia elevato durante la sua vita adulta».
Allah (SWT) dice a proposito di Yûsuf (Giuseppe, su di lui la pace):
Quando raggiunse la sua età adulta, gli concedemmo saggezza e scienza. Così compensiamo coloro che compiono il bene Corano XII. Yûsuf, 22
…Chi è timorato e paziente, (sappia che) in verità Allah non trascura di compensare chi fa il bene Corano XII. Yûsuf, 90
Sappi, figlio mio, che una riserva perfetta consisterebbe nell'evitare tutto ciò che è dichiarato illecito, evitare le chiacchiere inutili e donare il primato e il vantaggio ad Allah (SWT) sulle passioni. Tu conosci l'hadîth delle tre persone che si erano rifugiate in una caverna; una roccia ostruì l'entrata, e il primo di essi disse: "Signore, avevo a mio carico i miei genitori e i miei figli. Quando preparavo loro il latte, cominciavo col servire i miei genitori prima dei miei figli. Signore, poiché ho agito così per Te, liberaci". L'entrata fu sgombrata di un terzo.
Il secondo prese la parola e disse: "Signore, avevo assunto un operaio che, scontento del suo salario, mi lasciò. Investii per lui quanto dovutogli nel commercio. Un giorno, venne a trovarmi e mi disse: 'Non temi Allah?'. Gli risposi: 'Vai da quel gregge col suo pastore e prenditelo'. Signore, poiché ho agito così per Te, liberaci". L'entrata fu liberata di un altro terzo.
L'ultimo disse: "Mi innamorai della figlia del mio zio paterno, e quando volli avvicinarmi a lei, rispose: 'Temi Allah'. Subito, mi allontanai da lei. Signore, poiché ho agito così per Te, liberaci". L'entrata fu liberata completamente.15
Qualcuno vide in sogno Sufyân ath-Thawrî e gli chiese: "Che cosa ha fatto di te il tuo Signore?". Rispose: "Dopo essermi installato nella mia tomba, vidi il Signore dei mondi dinanzi a me. Ordinò che mi introducessero in Paradiso. Quando fui in Paradiso, sentii qualcuno che mi chiamava: 'Sufyân'; risposi: 'Sono io Sufyân'. 'Ti ricordi il giorno in cui donasti la preferenza ad Allah (SWT) sulle tue passioni?'. Risposi: 'Sì'…".
Devi perfezionare il tuo grado spirituale, poiché vi sono esseri che hanno votato la loro esistenza all'ascetismo, altri sono stati versati nella scienza. Un piccolo numero di persone ha raggiunto un grado assai elevato di conoscenza congiunto ad una perfetta applicazione di quest'ultima. Dopo aver passato in rivista tutte le persone della seconda generazione dell'Islam, e anche quelli che succedettero loro, non vi ho potuto trovare persone più complete delle quattro seguenti: Sa'îd Ibn al-Musayyib, Sufyan ath-Thawrî, Al-Hassan al-Basrî e Ahmad ibn Hanbal. Sono persone che raggiunsero un grado spirituale ben superiore al nostro.
Un gran numero dei nostri pii Predecessori (Salaf) possedeva un grado spirituale eccezionale. Se desideri informarti a loro riguardo, riferisciti al libro intitolato Siffatu-s-safwa o Akhbâr Saîd o Akhbâr Sufyân o Akhbâr Ahmad Ibn Hanbal. Ho scritto un libro su ciascuno di loro.
Tu sai, figlio mio, che ho scritto un centinaio di libri, tra cui: At-Tafsîr al-Kabîr in venti volumi, At-Târîkh anch'esso in venti volumi, Tahdîd al-Musnad in dieci volumi e altre opere, in tre, quattro, o cinque volumi, o più o meno. Hai così una quantità sufficiente di libri che ti dispensano dal prendere in prestito e dallo sforzo di scrivere.
Devi memorizzarli, poiché la memorizzazione è capitale. E il comportamento è utile16. Fai dunque ricorso ad Allah (SWT), e non trascurare i Suoi comandamenti17:
O credenti, se farete trionfare (la causa di) Allah, Egli vi soccorrerà e renderà saldi i vostri passi Corano XLVII. Muhammad, 7
Ricordatevi dunque di Me e Io Mi ricorderò di voi… Corano II. Al-Baqara, 152
…rispettate il Mio patto e rispetterò il vostro… Corano II. Al-Baqara, 40
Stai attento a non limitarti allo studio della scienza, senza la sua applicazione, poiché coloro che hanno raggiunto la corte dei principi e quelli che si sono interessati alla mondanità, è perché hanno operato senza scienza. Si sono privati di ogni benedizione e di ogni profitto.
Diffida da una pratica religiosa senza scienza; alcuni asceti e sufi hanno abbandonato la retta via poiché hanno operato senza conoscenza.
Copriti dei due vestiti che non devono procurarti, per il loro aspetto lussuoso, una reputazione presso la gente invaghita di questo mondo, né, per il loro aspetto desueto, una reputazione presso coloro che hanno rinunciato ai beni di quaggiù (zuhâd). Rendi conto a te stesso di ogni minima parola, ogni minimo sguardo e ogni minimo passo, poiché in ciò sei responsabile. Ciò di cui hai beneficiato riguardo alla scienza sarà utile a chi ti scolta. Quando il predicatore opera senza scienza, la sua predicazione non rimane nei cuori, così come l'acqua non rimane sulle pietre. Non devi esortare la gente senza intenzione, né camminare o mangiare senza intenzione, e se getti uno sguardo sul comportamento dei Pii Predecessori (Salaf) vi troverai tutto ciò.
Riferisciti al libro Minhâj al-Murîdîn, vi apprenderai le buone maniere. Fai che esso sia allo stesso tempo il tuo compagno di studi e il tuo insegnante. Getta uno sguardo all'opera intitolata Sayd al-khâtir (Il Pensiero Vigile), vi troverai ciò che ti permetterà di gestire convenientemente la tua vita religiosa e materiale. Memorizza il libro intitolato Jannât an-Nathr, è sufficiente per assimilare la giurisprudenza. Lo studio del libro Al-hadâ'iq ti permetterà di prendere conoscenza dell'insieme degli ahadîth. In quanto al libro Al-Kashf, ti svelerà ciò che è implicito nelle due raccolte autentiche (Sahihayn).
I libri Al-Mughnî e Zâd al-Masîr sono adatti al bisogno in materia di commento del Corano. Ciò che ho potuto riunire come opere sulla predicazione è previsto a questo effetto. E Allah è il Più Sapiente.
Sii un bell'esempio per la gente, conducendo una vita molto ritirata, poiché il ritiro è un sollievo contro ogni cattiva frequentazione, ma anche un cammino verso la decenza. Conviene al predicatore in particolare di non farsi riconoscere per la volgarità e la turbolenza o di camminare nei mercati, per una buona opinione di sé e perché le sue prediche siano proficue.
Ma se sei costretto a frequentare la gente, occorre agire con indulgenza. Se tu avessi conosciuto i loro costumi, non li avresti frequentati.
Devi accordare ad ogni cosa il suo diritto, sia alla tua sposa, ai tuoi figli o ai tuoi parenti. Vedi a cosa sono servite le ore passate. Occorre che, secondo le tue possibilità, tu le occupi con ciò che vi è di meglio. Fai pervenire al tuo deposito ciò che ti allieterà il giorno in cui lo ritroverai. Devi temere il risultato finale, al fine di poter pazientare tanto dinanzi alle cose desiderabili che a quelle detestabili.
Se rimarchi in te stesso della noncuranza, vai al cimitero e ricordati che il grande viaggio è prossimo. Gestisci le tue entrate senza sprecare, e per non dipendere dalla gente in caso di bisogno.
Sappi che noi siamo discendenti di Abû Bakr as-Siddîq (r). Il nostro antenato, Al-Qâsîm Muhammad Ibn 'AbdurRahman Ibn Abî Bakr Ibn Muhammad Ibn Abî Bakr (r), così come la sua biografia, si trovano nel libro Siffatu-s-safwa. In seguito, i nostri avi si sono sempre occupati di commercio, e nelle ultime generazioni non vi è nessuno che si sia occupato dello studio delle scienze religiose tranne me. Adesso tocca a te. Fai in modo di non deludere le speranze che ho posto in te e per te .

Ti affido ad Allah (sia Egli lodato) e Gli chiedo di assisterti nell'acquisizione della scienza e nella sua messa in pratica.
Ecco ciò che mi è stato possibile fare per te, in materia di raccomandazioni.
Non vi è potere, né forza, se non in Allah (SWT).
La Lode spetta ad Allah, il Signore dei Mondi.
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Lettera a mio figlio (di Ibn Qayim Al Jawzi)
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